Fiera 2025 / No alla rievocazione storica: il parere dei borghi

Alcuni borghi avevano già preparato la rievocazione, a cui si inizia a lavorare un anno prima

No alla rievocazione storica: il parere dei borghi
I presidenti dei borghi albesi.

ALBA – Che cosa pensano i borghi albesi del ritorno in piazza Cagnasso, che ha portato alla decisione di sospendere al rievocazione? Lo abbiamo chiesto ad alcuni presidenti. Secondo Nello Del Giacco, alla guida del borgo Patin e tesor, «la rievocazione e tutto il folclore sono momenti identitari che uniscono passato e presente, coinvolgendo centinaia di cittadini». Ed entra nel merito: «Nonostante le lodi ricevute ai microfoni, ci sentiamo marginali e sostituibili. Ma, al di là delle difficoltà, con l’entusiasmo e l’allegria che ci contraddistinguono, anche quest’anno lavoreremo per la nostra città».

Da Santa Rosalia, la presidente Carla Vaschetto usa tre parole: «Stupore, rabbia e preoccupazione. Nei venticinque anni in cui mi sono occupata di sfilata e rievocazione, non abbiamo mai affrontato una situazione così caotica. L’Amministrazione comunale e l’ente Fiera sono sempre state al fianco della Giostra: ci aspettavamo la stessa collaborazione anche quest’anno». La rabbia è legata a una considerazione: «Il lavoro dei borghi per allestire una rievocazione degna inizia un anno prima. Ora siamo a metà giugno, ancora in balìa degli eventi. La nostra rievocazione è pronta, ma non si potrà fare». E conclude: «Nel periodo del Covid-19 abbiamo sfilato a porte chiuse, con le mascherine e in diretta. Poi, ci siamo prestati per un film. Insomma, ci siamo sempre stati e, con un colpo di spugna, pare sia stata cancellata l’impostazione moderna e fluida che si era data alla rievocazione, tornando indietro di dieci anni».

Marita Marolo, storica presidente del borgo del Fumo: «Spiace molto che non si possa più fare la rievocazione in piazza del Duomo, ma bisogna attenersi alle decisioni. Cercheremo comunque di fare un bello spettacolo per la sfilata. Abbiamo iniziato, come sempre, la preparazione a inizio anno. A causa dell’incertezza, in primavera ci siamo fermati e ora stiamo ripartendo». E ancora: «Il lavoro è sempre molto e il contributo del Comune basta solo per l’affitto della sede. Ricaviamo qualcosa dal Baccanale e da Vinum. Nonostante alcuni commercianti pensino il contrario, paghiamo le tasse e l’occupazione del suolo pubblico. Più che fare concorrenza, aiutiamo ad animare e riempire la città».

Per Maurizio Bussi, vicepresidente di Santa Barbara, «la colpa non è del Comune o dell’ente Fiera, visto che non si poteva fare altrimenti, basti pensare alla sicurezza». Campione in carica della rievocazione è il San Martino, la cui presidente è Paola Marano: «Mi spiace tantissimo: amo la rievocazione, è un modo meraviglioso per fare gruppo. Speriamo che non sia una perdita definitiva. Noi preferivamo un’altra soluzione, cioè la rievocazione il 27 settembre insieme all’investitura del podestà. Credo che la scelta di quest’anno impoverisca molto l’offerta della Fiera».

Davide Barile

L’assessora Pasini: «Due piazze? Uno spreco»

Il dibattito ha anche acceso la quarta Commissione consiliare di giovedì scorso, che ha visto la partecipazione del presidente dell’ente Fiera di Alba, Axel Iberti, e del direttore, Stefano Mosca.

Ha sottolineato l’assessora al turismo, Caterina Pasini: «Il questore ci ha chiesto di non utilizzare piazza Risorgimento per motivi di sicurezza, in particolar modo per l’allestimento delle tribune. L’interlocuzione con i borghi è iniziata a gennaio 2025 e il trasferimento in piazza Cagnasso è stato accolto abbastanza bene. Allo stesso modo non si può dire per il cambio di scenografia per la rievocazione che, per la Giostra, sarebbe stata penalizzata dal venire meno del contesto storico. Separare i due momenti, allestendo le tribune in piazza Duomo, per poi smontarle e rimontare il tutto in piazza Cagnasso, è stato valutato un costo eccessivo, un grande spreco».

E ha proseguito: «La socializzazione è possibile anche in piazza Cagnasso, dove avremmo potuto proporre l’evento gratuitamente prima del Palio, valorizzando ugualmente il lavoro dei borghi. Non c’è stato alcun ricatto, ma a nostro avviso si è persa un’occasione di crescita per questo evento».

Immediata la replica di Emanuele Bolla, che, con il presidente della Giostra Luca Sensibile, dal 2020 ha sostenuto il ritorno della corsa nel “salotto buono” di Alba: «Sono stupito e molto amareggiato. Per noi, le condizioni di sicurezza c’erano. Cosa è cambiato, allora? Provo un grandissimo disagio nell’ascoltare parole che, in pratica, descrivono dei borghi capricciosi e non dialoganti. Ho sentito parlare di spreco di denaro, ma restare in piazza Duomo sarebbe stato un buon investimento: la Fiera, non scordiamolo mai, porta da sola il 50 per cento degli arrivi turistici».

Ha ripreso Bolla: «I soldi per finanziare l’evento ci sono e si possono utilizzare per realizzare la rievocazione. Gli investimenti nel tempo hanno consentito di portare i nostri borghi addirittura sulla televisione nazionale. Ascoltare queste parole dall’assessora è un’affermazione inaccettabile, che mortifica il lavoro di anni. La verità è che l’Amministrazione ha deciso di porre fine a questa esperienza in piazza Duomo, senza un motivo reale».

Beppe Malò

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