
di Maria Delfino
DIPENDENZA – Un fenomeno schivo, sotterraneo. Un fiume che scorre sotto l’apparenza del reale e che rosicchia migliaia di vite. Secondo l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ad Alba nel 2019 (ultimo anno disponibile) sono stati spesi circa 75 milioni di euro per il gioco d’azzardo “fisico”. Con tale espressione si intendono attività come il lotto, il superenalotto, il bingo, il “winforlife”, le scommesse ippiche e sportive. Una somma elevata considerando che il dato si riferisce soltanto al Comune e non al territorio circostante.
I dati del Serd nell’Asl Cn2
Nell’Asl Cn2 secondo i dati comunicati a Gazzetta d’Alba dal Serd (servizio dipendenze patologiche) la raccolta pro-capite – ovvero i soldi spesi in media da ciascun abitante nel 2022 – è stata pari a 1.836 euro, molto più alta rispetto agli anni precedenti. Nel 2024 il totale di utenti in carico al Serd dell’Asl per gioco patologico era pari a 59.
Il malessere sociale provoca sofferenza, l’azzardo può diventare un rimedio illusorio. Perciò crescono le mobilitazioni: a fine giugno, durante un’audizione al Consiglio regionale, l’associazione Libera Piemonte ha chiesto di ripartire dalla proposta di legge d’iniziativa popolare del 2022 per contrastare il fenomeno.
La proposta di Libera al Consiglio regionale
Andrea Turturro, co-referente di Libera, ha spiegato: «Si stima che tre cittadini piemontesi su dieci (1,3 milioni di persone circa) abbiano giocato almeno una volta. I dati registrati tra il 2023 e il 2024 confermano un’ulteriore crescita della spesa e delle giocate, segnale che le politiche attuali di contrasto sono insufficienti. Ripresentiamo al Consiglio regionale la nostra proposta di legge, precedentemente bocciata, auspicando si possa arrivare alla modifica dell’attuale normativa sul tema e a un più efficace contrasto dell’azzardo patologico».
Nel 2022 la proposta prevedeva la limitazione degli orari delle sale, una maggiore distanza delle slot machine dai luoghi “sensibili” (chiese, scuole, centri di aggregazione, centri anziani), la limitazione della superficie espositiva nei bar e nelle tabaccherie dei biglietti della lotteria, l’aumento delle sanzioni per chi non rispetta le regole e tanto altro.
I consiglieri regionali pentastellati
Sempre a fine giugno Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio, consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Piemonte, hanno dichiarato che «dal 2021 fino a oggi le persone affette da ludopatia sono aumentate del quaranta per cento. Ciò è dovuto all’approvazione da parte del centrodestra, proprio nel 2021, di una legge che ha di fatto smantellato il precedente impianto normativo risalente al 2016 che aveva permesso di ridurre i volumi di gioco, le perdite dei cittadini piemontesi e gli accessi ai Serd».
I pentastellati concludono: «A settembre 2023 la Giunta Cirio ha nuovamente strizzato l’occhio alla lobby delle slot machine, cestinando con una discussione lampo (meno di dieci minuti) la proposta di legge di iniziativa popolare voluta da Libera e dal mondo dell’associazionismo e supportata da oltre dodicimila firme. Un cambio di passo è sempre più necessario e urgente, per invertire i trend negativi che caratterizzano la regione Piemonte».

Per Libera Piemonte è tempo di riaprire il dibattito in Regione
La mattinata del 17 giugno al termine della mobilitazione a cui hanno partecipato, oltre a Libera Piemonte altre 40 realtà del territorio, i manifestanti sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio regionale. «Ci ha ascoltato e abbiamo consegnato un documento con la nostra richiesta e le ragioni del presidio. Poi si sono impegnati a convocare la riunione dei capigruppo per analizzare le nostre ragioni e riaprire il dibattito sulla proposta di legge di iniziativa popolare che avevamo presentato nel 2022», spiega Valentina Sandroni co-referente di Libera Piemonte.
Un’apertura che a oggi fa sperare. «Sicuramente la sensibilità c’è. È un tema trasversale che smuove diverse forze politiche. Non dimentichiamo che la legge del 2016 fu approvata all’unanimità. A oggi direi che c’è una maggiore attenzione al tema, i dati parlano chiaro e l’emergenza sociale è molto sentita. La maggioranza è la stessa ma è una nuova legislatura, ci pare un buon momento per riaprire il dibattito», aggiunge.
Il gioco d’azzardo patologico è un ambito che Libera segue da tempo e che, in occasione dei trent’anni dalla nascita dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti, ha deciso di inserire nell’agenda politica. Vista la delicatezza del tema, «ora auspichiamo che si possa riaprire una riflessione. L’intenzione dell’ufficio di presidenza di Libera era proprio riportare l’attenzione sul tema e portare alla riapertura di un dibattito costruttivo», spiega la co-referente.
«Nel documento mettiamo in luce una situazione in peggioramento. I dati vanno letti nella loro complessità, l’aggravamento non riguarda solo il Piemonte ma tutta Italia. Quindi non è colpa solo della legge nazionale. Ma è evidente che in un contesto nazionale in cui i dati sono in costante peggioramento avere una legge regionale che ha ampliato le restrizioni certo non aiuta e crea ulteriori opportunità che in questo momento converrebbe invece ridurre al minimo».
Non si tratta solo di porre limitazioni, la proposta di legge di iniziativa popolare a cui avevano aderito 12mila persone, «chiede di investire di più in educazione, tutela, politiche di recupero e assistenza, lavorando in prevenzione», spiega Valentina Sandroni.
